Bilbao dall’industria pesante all’arte contemporanea

La tappa di Bilbao è stata un sogno diventato realtà. Da tempo sognavo di visitare questa città, un tempo occupata dall’industria pesante, adesso polo mondiale dell’arte contemporanea grazie al fantastico Museo Guggenheim e tanti edifici opera di archistar che ne hanno ridisegnato lo skyline e rivoluzionato l’economia. Penso che anche a Taranto, già capitale della Magna Grecia e vicina al Salento in pieno boom turistico, potrebbe accadere lo stesso, un giorno lontano. Ma questo credo che sia un sogno ben più difficile da trasformare in realtà…

Domenica 2 luglio una passeggiata sui Muelle di Bilbao

Partiamo la mattina presto da Montpellier (qui il resoconto della prima giornata) e ci dirigiamo, per fortuna senza incontrare traffico, verso Bilbao dove arriviamo alle 17.00 di pomeriggio. Parcheggiamo dove ci aveva indicato il nostro Host Airbnb, nel parcheggio di Plaza del Toros, e saliamo al sesto piano di via Generale Concha con ascensore rotto (così portiamo su per circa 9 piani valigione ecc.). Lasciamo i nostri bagagli, ci cambiamo e usciamo in giro per Bilbao passando per via San Francisko che, devo ammettere, ci spaventa un po’ in determinati angoli un po’ dimenticati da Dio, in particolare un baretto ad angolo, meta di prostitute e spacciatori. Per fortuna è l’unico momento in cui siamo stati un po’ timorosi a Bilbao perchè la nostra passeggiata procede per il Muelle Marzana, apparentemente pieno di ristorantini e locali ma, sarà perchè è domenica sera, tutti chiusi.

Proseguiamo di Muelle in Muelle che costeggiano il fiume Nervion tra baracchini di gelati e baretti con pintxos (qui si chiamano diversamente da Malaga) arriviamo nel moderno Muelle che porta al Museo Guggenheim caratterizzato dal ponte realizzato da Calatrava costeggiando le due torri di Isozaki e, finalmente, si staglia davanti a noi l’acciaio specchiato del Museo. Il Museo Guggenheim di Bilbao è stato progettato da Frank O. Gehry ed è stato aperto al pubblico nel 1997: prima criticato per l’elevato costo (166 mln di euro) e per l’audacia dei materiali utilizzati e delle forme architettoniche espresse, che lo rendono un’opera d’arte anche all’esterno. Critiche poi rientrate per l’incredibile successo di pubblico (Bilbao è adesso la seconda città meta di turisti spagnoli stessi) e di critica (ha vinto il premio internazionale Puente de Alcantara e nel 2000 è stato eletto Museo Europeo dell’Anno) che ha trasformato completamente la percezione e l’economia di Bilbao.

La nostra visita al Museo è prevista per la mattina successiva: sfruttiamo la sera per osservare le sculture e le installazioni esposte all’esterno a partire dal “Maman” di Bourgeois, un grande ragno con uova a vista su cui soffiano fumi provenienti dal laghetto artificiale che, a sua volta, ospita la scultura di Anish Kapoor “Tall tree & The Eye” e vediamo, a distanza, i bellissimi tulipani nei vivaci colori metalizzati di Jeff Koons mentre, dalla parte opposta davanti all’ingresso, c’è l’enorme cane fiorito “Puppy” dello stesso artista. Lo ammetto, io me l’aspettavo ancora più monumentale ma l’effetto è sorprendente in ogni caso. Purtroppo il ponte La Salve è in ristrutturazione ma mi colpisce L’Arc Rouge di Buren, pur con i lavori in corso e mi colpisce, ovviamente, l’enorme murale sotto il ponte La Salve realizzato dalle artiste Verónica e Christina Werckmeister per celebrare la libertà d’espressione. Anche Franci trova pane per i suoi denti: il parchetto accanto al Guggenheim dove si diverte ad arrampicarsi e scivolare con vista Museo (con la promessa di tornarci l’indomani dopo la visita al Museo Guggenheim Bilbao).

Si è fatta ora di cena ma tanti locali sono chiusi di domenica sera per cui, tornando a casa, prima capitiamo in uno spazio stranissimo di cui non cogliamo subito l’essenza (ma lo faremo la mattina dopo) quindi entriamo in un ristorante messicano Tapachula dove per cenare in tre spendiamo sui 50€ (gentilezza e birre ghiacciate comprese). Adocchiamo anche il luogo in cui faremo colazione ogni mattina, Bertiz (brioche, pane tostato con miele, caffè, cappuccino e qualche merendina da portare in viaggio non è mai venuto più di 10€ in totale), e il supermercato Lidl dove andremo a fare la spesa (dato che nell’appartamento Airbnb non troviamo neanche un campioncino di shampoo-doccia e una bottiglietta d’acqua (a parte che quando si apre il frigorifero esce puzza di marcio…)

Lunedì 3 luglio al Museo Guggenheim e in giro per Bilbao

La mattina dopo, lunedì 3 luglio, trovo nell’interessante blog OneTwoFrida il post Architettura a Bilbao un percorso di circa 3 km (un paio di ore in tranquillità), che diventa subito la mia Bibbia della prima parte della passeggiata. Nella prima delle architetture che consiglia eravamo passati la sera prima ma, probabilmente accecati dai morsi della fame, non avevamo capito di cosa si trattasse. Si tratta di un edificio completamente ristrutturato e trasformato in un centro culturale polivalente, l’Azkuna Zentroa (con le enormi iniziali AZ ben visibili all’interno del centro), dall’architettura assolutamente non convenzionale progettata da Philippe Starck. Il complesso è ospite di un ex-deposito di vini in disuso dallo stile Art Nouveau caratterizzato da blocchi retti, sembra, a stento da basse colonnine cicciotte, con decorazioni una diversa dall’altra (geometrica e fiorita, bianca o colorata, ecc.) e tra librerie, negozi, laboratori, bistrot e ristorante, cinema e informazioni turistiche, presenta una palestra e una piscina di cui, incredibilmente, si vede il fondo sul soffitto. Ma perchè descrivervi l’Azkuna Zentroa di Bilbao quando l’ha già fatto perfettamente Nicoletta di OneTwoFrida qui?

Usciamo e nel giardinetto antistante il centro ci sono alcune installazioni e sculture con cui poter giocare e interagire. Seguendo l’itinerario di Nicoletta, di edificio in edificio, oltrepassiamo il palazzo della Delegacion Territorial de Sanidad y Consumo de Bizkaia e arriviamo in plaza Federico Moyùa, un patchwork di stili diversi che, per confondere ancor di più le idee, ospita anche le fermate della metro il cui accesso è stato progettato da Norman Foster. L’edificio più particolare è Palazzo Chavarri in stile fiammingo, che ospita adesso il Governo dei Paesi Baschi. Arriviamo in plaza Euskadi oltrepassando la Chiesa di San Josè e il Museo di Belle Arti. Anche qui ci sono palazzi molto diversi l’uno dall’altro tra cui il bizzarro edificio Artklass con una cupola verde e una dorata, un edificio moderno e, ancora più moderno, l’edificio Bilbao Design con il grattacielo Torre Iberdrola, il più alto edificio di Bilbao (165m di altezza) realizzato con criteri di sostenibilità.  Il nostro obiettivo è arrivare al Museo Guggenheim oltrepassando la biblioteca universitaria Deusto e osservando la regolare architettura dell’auditorium dell’Università basca. Oltrepassando il ponte pedonale Pedro Arrupe, arriviamo finalmente al Museo Guggenheim dove trovo un biglietto riservato per me.

Il Museo è decisamente strepitoso e ospita sia opere d’arte della Fondazione Guggenheim che mostre itineranti (che abbiamo saltato). L’edificio in sè è tra i più spettacolari esempi del decostruttivismo occupando ben 24.000 m² di cui meno della metà sono spazi espositivi mentre il resto sono volumi complessi interconnessi in modo inconsueto. Il disegno di forte impatto in realtà segue contorni quasi organici e assomiglia a una nave, se visto lateralmente, giocando sul fiume da cui emerge con blocchi di titanio e pietra mentre dall’alto richiama un fiore che sboccia.

E come un tutt’uno tra esterno e interno, ci immergiamo, è il caso di dire, nelle opere ansiogene di Frank Serra “The Matter of Time”, enormi ellissi e spirali in cui perdersi in una sorta di labirinto contemporaneo che esalta suoni e rumori, luci e ombre con effetto angosciante per chi le attraversa, perchè si restringono e si allargano, si allungano e si accorciano. Stupenda anche la sala, spoglia e sopraelevata, in cui compaiono delle enormi opere dei pittori espressionisti Rothko,  Klein, de Kooning mentre la sala dedicata alla Pop-Art newyorchese ospita opere di Basquiat, Warhol e Rauschenberg. Ci fermiamo a fare un light-lunch nel bellissimo bistrot esterno e accompagniamo Franci al parchetto, come promesso il giorno prima.

 

La visita di Bilbao prosegue con un giro nella Città Vecchia, il Casco Viejo che raggiungiamo attraversando a piedi il ponte Zubizuri di Calatrava e lasciando dall’altra parte del fiume Nervion le due torri Isozaki, gli edifici residenziali più alti di Bilbao. Nell’ora in cui arriviamo è quasi tutto chiuso (negozi, locali, ecc. si fermano in pausa-pranzo, come sempre accade nel Sud del mondo) ma Franci rimane incantato dalle gigantesche statue in cartapesta esposte nel cortile del Museo Etnografico per cui compriamo il biglietto di ingresso e lo visitiamo e, incredibile, gli piace anche dentro con usi e costumi degli abitanti dei Paesi Baschi nel passato, le attività artigianali (tessitura e ceramica), la navigazione e la pesca, le armi e la guerra, il commercio e la pastorizia. La sede stessa del Museo Basco di Bilbao, il Collegio di San Andres, chi si sviluppa attorno a un cortile centrale, è molto affascinante.

Torniamo a casa a rinfrescarci e cambiarci prima di andare a cena che ho prenotato al ristorante tipico La Vina del Ensanche, tra i migliori ristoranti di Bilbao, dove nonostante la folla il servizio è attento e accurato, con il menu presentato in italiano su un tablet. Franci sceglie il risotto col prosciutto locale mentre io e Fabio optiamo per il menu degustazione con tanti assaggi tutti di ottima qualità al costo di 30€ a persona, vino della casa escluso. Per antipasto ci presentano crocchette al prosciutto, tonno fresco marinato servito con riso (delizioso), prosciutto spagnolo servito con pane tostato condito con olio d’oliva e pomodori a un crostino col prosciutto servito su pate di foie gras e miele. Come piatti principali un meraviglioso merluzzo con peperoni al forno e la guancia di maiale servita con purè di patate. Per finire due delicati dessert: sorbetto di mela con spuma di yogurt e torta ai frutti rossi gratin con gelato. Una cosa è certa, a differenza di Malaga: nei Paesi Baschi la qualità del cibo e il livello di cortesia del personale è decisamente alto!  Dopo cena passeggiamo per rientrare a casa e andiamo a dormire stanchi ma soddisfatti e pronti per la successiva giornata verso la Cantabria (qui il resoconto).

Informazioni utili:

Museo Guggenheim Bilbao è in Abandoibarra Etorb., 2 a Bilbao ed è aperto dalle 10.00 alle 20.00 chiuso il lunedì tranne a luglio e ad agosto. Biglietto: 16€ per adulti e gratis per i bambini sino a 9 anni. Qui il sito web.

Azkuna Zentroa AZ è in Arriquíbar Plaza, 4 a Bilbao. Centro polifunzionale con cinema, bar e ristoranti, negozi, palestra e piscina aperto dalle 7.00 alle 23.00

Il Museo Etnografico, Archeologico e Storico Basco è nel Colegio de San Jose in Unamuno Miguel Plaza, 4 nel Casco Viejo di Bilbao. Piace ai bambini (e anche un pochino agli adulti).

Il ristorante La Vina del Ensanche è in Diputación Kalea, 10 a Bilbao ed è, giustamente, all’ottavo posto tra i quasi 1.000 ristoranti di Bilbao. Menu degustazione a 30€ a persona esclusi i vini. Merita la prenotazione!

La cantina messicana Tapachula è in San Mames Zumarkalea, 28 a Bilbao. Talmente kitsch da risultare persino gradevole con sombreri, foto e musica messicane doc.