Fabio Castronuovo parla delle Canzoni in Viaggio

Ho visto sul profilo di Fabio Castronuovo, ex-collega DADA, startupper di giorno con Chorally (in Impact Hub Firenze, lo spazio di coworking in cui lavoro ndr) e pianista jazz di notte, il link alla campagna di crowdfunding che ha attivato su Produzioni dal Basso dall’affascinante titolo “Il viaggio – Canzoni in movimento dall’Africa ai Caraibi“. Mi è piaciuto quello che ho letto nella presentazione del progetto che si pone come metafora della vita. “Vita significa migrare, queste canzoni e questo viaggio raccontano che ogni identità è una relazione, la musica come vettore della diversità e dell’integrazione culturale. Un tema attuale, a cui la musica e la cultura dell’integrazione possono e devono dare una risposta.

Chi è Fabio Castronuovo? Presentati

Mi piace definirmi un musicista imprigionato nel corpo e nella vita di un imprenditore 🙂 La musica è la mia vita da sempre, musica suonata e ascoltata. In questo senso la musica è stata sempre una palestra di vita, per riuscire a collaborare con gli altri, a lavorare in gruppo e riuscire a valorizzare le differenze. Vivo nella musica da sempre, ho iniziato a suonare il pianoforte a 3 anni e non riesco a vedere la mia vita senza un pianoforte e senza la musica, ancora oggi nonostante gli impegni lavorativi, familiari, dedico almeno 4 ore al giorno alla musica sia per studiare e suonare da solo o con i gruppi con cui collaboro o semplicemente scoprendo mondi e dimensioni nuove. Penso che la musica sia il mezzo più veloce ed economico per superare le barriere spazio temporali, credo sia un’esperienza condivisa da molti il ritrovarsi proiettati in un’altro spazio/tempo ascoltando all’improvviso un brano musicale, bastano 2 note per ritrovarsi da un’altra parte.

Come nasce il trio promotore del progetto Il Viaggio?

Il trio nasce da una collaborazione che ormai può contare su più di 15 anni di conoscenza. Ho conosciuto Mirco Capecchi credo 20 anni fa in una jam session in un locale a Perugia, e molto più recentemente Francesco Bucchioni. Nella musica come nella vita, le cose non succedono mai per caso: ci siamo subito trovati bene insieme, amiamo le stesse sonorità, amiamo la musica calda delle isole caraibiche e abbiamo tutti una forte radice jazz. Ci sono tanti stereotipi sulla musica caraibica in Italia, si pensa spesso che sia musica commerciale, invece è una musica profondamente radicata su 2 dimensioni: quella bianca colta degli europei colonizzatori e quella che deriva dal blues africano degli schiavi arrivati nei secoli successivi alla scoperta delle Americhe. I Caraibi sono stati in questo senso un laboratorio pazzesco di culture diverse. E noi abbiamo sempre esplorato musica di continenti diversi, passione per il jazz, il flamenco, il fado, le ritmiche afro e i sapori cubani.

Trovarci è stato magnifico, ed abbiamo deciso di suonare insieme e cercare di sintonizzare le nostre sensibilità musicali e umane. Mirco è un contrabbassista di gran talento, suonare con lui è il sogno di ogni solista, ti senti al sicuro, le sue linee sono solide, mai banali e swinganti, un gusto raro, con esperienze eclettiche. Suona con diversi gruppi in toscana, in particolare con il gruppo Noite Noire, progetto di musica con pulsazioni musicali che raccolgono le sonorità dell’europa profonda di Django Reinhardt i dialoghi dei Weather Report e i colori del mondo sonoro delle registrazioni ECM, con composizioni originali ed il violino brillante di Ruben Chaviano da Cuba. Francesco Bucchioni, è uno di quei batteristi per cui si può usare il termine suonare la batteria, suonare con lui è sempre fonte di ispirazione ritmica, ci cerchiamo, ci troviamo, ha studiato a Livorno con Mauro Grossi e ha fatto della sua vita un continuo studio della musica.

Quali sono gli obiettivi, musicali e sociali, del progetto Il Viaggio?

Il progetto e il disco sono nati, come tutte le cose, un pezzo alla volta, durante i nostri concerti. Abbiamo suonato insieme a Capodanno e ci è sembrato quasi ovvio cercare di mettere un punto fermo nella nostra collaborazione. Avevamo bisogno di fermare su un disco questa nostra intesa musicale così forte. Oltre a questo devo dire che il periodo che stiamo vivendo in Italia è pieno di violenza verbale, culturale. La diversità è vista come una minaccia e non come un opportunità. I musicisti non possono essere razzisti, sanno benissimo da quando sono piccoli che il loro DNA musicale è tremendamente vario, spazia dalla musica classica Europea, al rock americano, alle ritmiche orientali così affascinanti, fino al richiamo universale dell’Africa. Non ci sono razze, colori e religioni nella musica, è un bellissimo linguaggio universale. E in questo senso è nato il progetto.

Per l’occasione registrerà con noi una cantante meravigliosa, che ha fatto della sperimentazione in territori sempre diversi la sua cifra stilistica, Raffaela Siniscalchi. Ci siamo conosciuti nel 2004 su un blog e da allora le nostre strade sono rimaste sempre in contatto, abbiamo sempre desiderato suonare insieme, e mi è sembrato il giusto completamento per il progetto. Raffaela ha registrato per Morricone, ha collaborato con Piovani, Antonello Salis e tutti i più grandi jazzisti italiani. Una voce emozionante e ricca, una cultura musicale che è profondamente ancorata al mare mediterraneo, un ultimo suo disco Waitin’ 4 Waits che ha avuto un grande riscontro di pubblico nei concerti in Europa, un viaggio raffinatissimo accompagnato dagli archi nella musica di Tom Waits. In questo senso il progetto è anche politico, nel senso che afferma il valore della diversità, il valore universale della migrazione e le cose magnifiche che una collaborazione pacifica tra popoli può portare alle nostre vite.

Io penso che meglio di qualsiasi mia parola racconti questo progetto una citazione di un grande studioso della cultura creola Edouard Glissant che dice nel libro “Poetica del diverso” Vivere significa migrare: “Ho sempre detto che il mare dei Caraibi si differenzia dal Mediterraneo perché è un mare aperto, un mare che diffrange, mentre il Mediterraneo è un mare che concentra. Se le civiltà e le grandi religioni monoteiste sono nate intorno al bacino del Mediterraneo, ciò è dovuto alla capacità di questo mare di orientare, anche se attraverso drammi, guerre o conflitti, il pensiero dell’Uomo verso l’Uno e l’unità. Al contrario quello dei Caraibi è un mare che diffrange e favorisce l’emozione della diversità. Non solo un mare di transito e di passaggio, ma un mare di incontri e di coinvolgimenti. Ciò che è avvenuto in tre secoli nei Caraibi è letteralmente un incontro di elementi culturali provenienti da orizzonti assolutamente diversi e che realmente si creolizzano, che realmente si stratificano e si confondono l’uno nell’altro per dar vita a qualcosa di assolutamente imprevisto e assolutamente nuovo, la realtà creola.”

Partiremo dal Sudafrica con il grande pianista africano Abdullah Ibrahim, punto di unione tra melodie africane, ritmiche jazz e blues per iniziare una circonferenza che ci porterà in Europa attraverso Capo Verde con Cesara Ivora, alla ricerca delle contaminazioni flamenco, per arrivare negli stati uniti con le contaminazioni latin jazz e approdare finalmente nei Caraibi di Cuba, Jamaica e scendere in Messico, Nicaragua, Ecuador, Cile per poi rientrare in Sudafrica. Ognuno di questi punti toccati dal viaggio, contiene contaminazioni dei punti precedenti, e il punto di arrivo è uguale a quello finale. Il viaggio rende il ritorno diverso, le cose si vedono in un modo nuovo, un espediente che aveva usato perfino Bach nelle variazioni Goldberg, la circonferenza riporta all’aria finale uguale a quella iniziale, il viaggio nelle 32 variazioni rende il punto di ritorno “diverso” e ce lo fa rileggere in un modo nuovo. E questo mi auguro possa succedere ascoltando la nostra musica, rivedere le cose, la nostra cultura per quello che è, una contaminazione di altre culture che hanno lasciato tracce durante i secoli.

Cosa pensi del crowdfunding per finanziare Il Viaggio?

E’ la prima volta si che uso il crowdfunding, ed è una sensazione magnifica sentire le persone partecipare, condividere un idea, aiutarti e darti la forza per portare a termine il tuo progetto. Spero ci siano persone o locali che ci finanziano con house concert o concerti, noi vogliamo restituire ogni aiuto ricevuto per la costruzione del progetto in emozione, suonando, cercando di regalare l’emozione che proviamo mentre suoniamo  specialmente dal vivo. Credo che nell’arte la ProdTutti gli articoliuzione dal Basso sia un gran valore, e questa nuova opportunità possa consentire a tanti artisti, musicisti di esprimersi anche in nicchie di mercato. Ho avuto un gran supporto da amici e da persone che conoscevo appena, che ci aiuteranno dalla registrazione al Red Room Studio di Avane vicino Pisa, alla creatività per il progetto grafico del disco, alle riprese video del making of. Siamo partiti da pochissimi giorni e la strada da fare è ancora lunga, ma ogni giorno che passa siamo più entusiasti e desiderosi di portare a compimento questo viaggio e riscoprirci diversi tornando a casa.

Grazie Fabio per la profonda intervista e un invito a finanziare subito il progetto “Il viaggio – Canzoni in movimento dall’Africa ai Caraibi” per ricevere in cambio un MP3, il disco vero e proprio, la partecipazione al concerto Live di lancio o alla sessione di registrazione o la possibilità di ospitare a casa vostra la band per un concerto dal vivo. Consigliatissima, conoscendo la bravura di Fabio (anche) in cucina, la cena con concerto a casa sua.