Viaggio in Olanda Utrecht e Giethoorn

A malincuore il terzo giorno dobbiamo lasciare la bellissima casa con giardino di Anita, Heerlijkheyd un’oasi di bellezza e di tranquillità, che ci ha ospitati per i primi giorni trascorsi nell’Olanda Meridionale (Zuid-Holland) – qui le tappe de L’Aia e Gouda; qui Rotterdam e Kinderdijk – e partiamo alla volta della prossima tappa, Giethoorn, passando per la vicina Utrecht

Utrecht classica e contemporanea150805-Utrecht1

Utrecht è una bella e vivace cittadina universitaria (con 30.000 studenti e 7.000 impiegati all’Università su un totale di 316.000 abitanti) che visitiamo in mezza giornata. Arriviamo dopo una ventina di minuti, parcheggiamo nei pressi del Centro Storico e iniziamo il piacevole giro della città.

Il centro di Utrecht è disposto tra due fiumi, con le sponde ricche di caffetterie, locali e negozietti, anche sul livello del fiume (tipo i Murazzi a Torino). Arriviamo alla Domplein, piazza con i principali edifici della città ossia la Domtoren, la torre più alta d’Olanda (112m), quel che rimane della Cattedrale di San Martino crollata a metà del 1600 e la Domkerk ed entriamo in un suggestivo chiostro gotico.

150805-Utrecht-MiffySeguiamo il percorso pedonale indicato sulla mappa-guida Use-it scritta dal locali (ecco il link per scaricarla) e decidiamo di non entrare nel Museo Centrale per vedere la mostra del coniglietto Miffy, gattino icona nazionale, e del suo autore Dick Bruna, che ci pare un po’ troppo da bebè. Il centro è davvero curato e ricco di palazzi d’epoca ben tenuti e tanto verde nei quartieri più residenziali, ma tralasciamo anche il quartiere in cui sono concentrati i Musei, come in molte città nordiche (mi viene in mente Vienna).

Ci ispira moltissimo, invece, Rietveld-Schroderhuis, casa-museo progettata da Gerrit150805-Utrecht (2)t Rietveld nel 1924 per la signora Schröder per raggiungere la quale prendiamo l’auto (è al limite sudorientale della città accanto al Wilhelmina Park). La costruzione è bianca con particolari realizzati in colori primari (giallo, rosso e blu), restaurata nel 1987 e dal 2000 parte del patrimonio dell’UNESCO.  Non fate come noi, prenotate prima online (da qui) perché possono entrare soltanto 12 persone alla volta! Una volta arrivati, dato che non ci è stato concesso di entrare nell’appartamento, abbiamo visto un filmato che spiega la filosofia della costruzione, creata per essere fruita non per durare per sempre e con tutti i mobili progettati dall’architetto in maniera funzionale.

Usciti Franci mangia una kroketten (che è un mix di besciamella e carne impanata e fritta, niente a che vedere con la crocchetta italiana) in uno sgrausissimo take-away greco (io e Fabio avevamo i panini della signora Anita), ma c’erano le vespe che davano fastidio a Francesco quindi è stato un pranzo agitato… Se hai più tempo e vuoi pernottare ad Utrecht, qui le offerte Booking.

Verso Giethoorn la Venezia d’Olanda

Ripartiamo da Utrecht alla volta di Giethoorn,definita la Venezia d’Olanda (consigliata da un amico via Facebook), che raggiungiamo nel pomeriggio. Il paesino, che a prima vista, non ci impressiona: il viale principale, affollato e un po’ cafone, è stracolmo di turisti soprattutto olandesi che, sfruttando l’insolito bel tempo, noleggiano barchette, mangiano il gelato e passeggiano in infradito. Vado a recuperare in un ristorante le chiavi dell’appartamento preso con AirBnb e i proprietari (possiedono l’appartamento, un ristorante e un noleggio di barche) si rivelano davvero scortesi: sono al telefono, impegnati, mi mollano le chiavi senza neanche spiegarmi dove parcheggiare e fanno pure la battutina: “Hai fretta? No, vero? Tanto sei in vacanza!” ma pensa un po’! Alla fine troviamo parcheggio da soli ed entriamo in casa, sul viale del lungo fiume più chiassoso e pacchiano del luogo… be’, l’appartamento non sarebbe brutto se non fosse così polveroso e mal tenuto. Però a Giethoorn e dintorni non c’era nient’altro di prenotabile dato che è una località di villeggiatura iper-gettonata dagli olandesi, quindi fully booked.

Ci cambiamo e usciamo per fare un giro in barca anche noi, da veri turisti (Franci prende anche in mano il timone per un piccolo pezzo) ed ecco che si svela la vera natura di Giethoorn e il suo magico fascino! Il paesino nasce tra le acque ed è caratterizzato dai suoi tanti piccoli canali e ponticelli (oltre 176) che consentono di raggiungere le abitazioni immerse nel verde e nei fiori, tra le papere sguazzano. L’atmosfera, marasma di turisti a parte, è poetica al massimo perchè ci sono isolette che contengono una sola casa.

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Dopo il giro in barca papà si riposa mentre io e Francesco giochiamo ad UNO (l’ossessione bambinesca dell’estate 2015) prima di cercare il ristorante per la cena. Evitiamo pizzerie e friggitorie e scegliamo il distinto De Grachthof dove prendo una bella, agognata impepata di cozze locali. Ovunque ci siano, infatti, DEVO testare il sapore delle cozze locali, da vera tarantina doc, e quelle di Giethoorn non sono niente male! Dopo una passeggiata finale al tramonto sui ponticelli e tra le isolette, cercando le villette più pittoresche e gli scorci più tranquilli, attenti a non finire nell’acqua che, spesso mimetizzata da prato a causa del muschio superficiale, arriviamo alla conclusione di un’altra bella e intensa giornata olandese.

Ci tocca tornare nella nostra casa polverosa… ma solo per una notte, che, per fortuna, passa in fretta! Dimenticavo: siamo anche andati a fare la spesa perchè non ci è stata neanche fornita la colazione per l’indomani. Fregatura AirBnb, maledizione! Andate qui se cercare delle strutture migliori della nostra per pernottare a Giethoorn. Per fortuna rimandiamo solo un giorno e la mattina ripartiamo alla volta della Frisia (qui la tappa successiva) dove ci attende un hotel delizioso! Qui tutto l’itinerario.