Le sostanze dopanti nello sport

Un articolo della dottoressa Emilia Frigiola, biologa nutrizionista, che tratta il tema scottante delle Sostanze Dopanti illecitamente assunte per migliorare le prestazioni sportive. In realtà si potrebbero assumere alcuni integratori alimentari in grado di aiutare il fisico a performare e recuperare.

Per approfondire il tema delle Sostanze Dopanti nello Sport, il Master in Analisi Chimiche e Chimico-Tossicologiche Forensi dell’Università di Bologna (qui il bando dell’edizione 2019-2020) ha organizzato un Meeting Scientifico giovedì 20 giugno pomeriggio sul tema: “Doping e Anti-Doping. Azioni e reazioni in continua evoluzione”, tema caldo e parte degli insegnamenti del Master. Qui l’evento Facebook.

Il Doping e i farmaci dopanti

Il Doping è l’assunzione da parte degli sportivi di sostanze biologicamente attive al fine di migliorare le loro prestazioni, nonostante ciò comporti effetti collaterali e dunque rischi per la salute. L’atto del doparsi è considerato dalla legge italiana come illegale ed è pertanto un reato penale. Le sostanze dopanti sono vietate dal Comitato Internazionale Olimpico (CIO) e sono presenti in una lista creata dalla World Anti-Doping Agency (WADA), in cui si distinguono varie classi.

I farmaci più frequentemente utilizzati a scopo improprio sono:

  • steroidi anabolizzanti, che favoriscono lo sviluppo della massa muscolare e un recupero più rapido. Tuttavia possono condurre a danni renali, all’aumento della peluria nelle donne o al calo del numero di spermatozoi negli uomini;
  • stimolanti del sistema nervoso centrale, che aumentano il livello di attenzione e riducono il senso di fatica. Creano dipendenza ed a lungo andare possono portare a insufficienza cardiaca;
  • diuretici e agenti mascheranti, usati per aumentare la produzione di urine e perdere peso, o anche per nascondere eventuali altre droghe, che risulteranno maggiormente diluite nelle urine. Tuttavia possono causare eccessiva deplezione di potassio;
  • analgesici e narcotici, usati per ridurre dolore e fatica, ma creano dipendenza;
  • ormoni peptidici come l’eritropoietina (EPO), che favorisce la produzione dei globuli rossi, aumentando di conseguenza l’ossigenazione dei tessuti, in modo da poter resistere maggiormente agli sforzi prolungati. Un altro ormone di natura proteica è l’ormone della crescita (GH = Growth Hormone), che permette un aumento della massa muscolare ma può dar luogo a malformazioni scheletriche o malattie cardiovascolari;
  • beta-bloccanti, in genere prescritti per ridurre l’ansia ed il battito cardiaco, possono portare ad insufficienza cardiaca;
  • doping genetico, che  permette di manipolare i geni utilizzando tecniche di ingegneria genetica. In questo modo possono essere modificati i tessuti, come quello muscolare, e renderli maggiormente efficienti per lo sport. C’è però il rischio di sviluppare tumori o altre alterazioni metaboliche.

L’uso di farmaci a scopo dopante è purtroppo allargato anche a sportivi amatoriali, per ottimizzare le proprie capacità sportive o anche solo per migliorare l’aspetto fisico. Su di essi, fra l’altro, non esiste alcuna forma di controllo, pertanto aumenta anche il rischio di subire gli effetti collaterali di tali farmaci.

Alcuni alimenti per migliorare le prestazioni sportive

Per migliorare le prestazioni basterebbe allenarsi e nutrirsi correttamente, bilanciando i nutrienti in modo adeguato e in riferimento al proprio fabbisogno energetico, ricorrendo, se necessario, ad integratori di buona qualità.

Esempi sono:

  • la creatina, che può essere utilizzata per aumentare la propria forza e consentire ai muscoli di rigenerare più velocemente l’energia sottoforma di ATP, garantendo quindi una migliore performance;
  • gli amminoacidi ramificati (Valina, Leucina, Isoleucina), che riducono il senso di fatica e velocizzano il recupero, oltre a migliorare la composizione corporea;
  • le proteine in polvere, utili per raggiungere più facilmente la quota proteica giornaliera necessaria in base al proprio peso corporeo; la carnitina, che aumenta il metabolismo lipidico;
  • l’idrossimetilbutirrato, che favorisce la sintesi proteica.

Questi sono solo alcuni dei molteplici integratori utili ai fini sportivi ed innocui per un soggetto sano, infatti si tratta spesso di composti che il nostro organismo produce normalmente. Se usati in modo intelligente si rivelano efficaci e ci possono aiutare a migliorare le nostre attività sportive e la propria composizione corporea. Non bisogna però abusarne pensando erroneamente che più se ne assumono, più alta sarà la prestazione! Ricordiamo, infatti, che si tratta di prodotti di sintesi e soprattutto che è la dose che fa la differenza.

Se vuoi diventare un esperto nella valutazione dei rischi e nella pianificazione delle attività di prevenzione del doping considera l’iscrizione al Master in Analisi Chimiche e Chimico-Tossicologiche Forensi dell’Università di Bologna, di cui è stato da poco pubblicato il bando che prevede, al suo interno, corpose lezioni teoriche e laboratori pratici con case history aggiornate sulle Sostanze Dopanti nello Sport. Qui il link al bando con scadenze, requisiti, docenti: in bocca al lupo!