Dopo Atene, Epidauro, Micene e Olimpia, ci resta l’ultima tappa della Grecia classica che abbiamo pianificato per questo viaggio: Delfi e poi un’escursione alle incredibili Meteore, antichi monasteri costruiti (non si sa come) su alte rocce, difficili (ma non così tanto) da raggiungere.
Mercoledì 19 giugno – Il mare del Peloponneso
Partiamo da Olimpia alla volta di Delfi. Facciamo una breve sosta-caffè nella cittadina marittima Lepanto (Naupatto), teatro di una storica battaglia di Venezia contro i Turchi, dove acquistiamo le vivande per il pranzo in panetteria. Oltrepassiamo il modernissimo ponte di Rion, capolavoro dell’ingegneria contemporanea e, visto il caldo e l’orario, decidiamo di fermarci in spiaggia prima di arrivare a Delfi. Abbiamo deciso, visto il caldo, di visitare gli scavi la mattina all’apertura. Su internet trovo Chiliadou Beach, descritta come una delle spiagge più belle del Peloponneso. Ci fermiamo presso un chioschetto per prendere due lettini e un ombrellone ma il ragazzo ci dice che sono gratuiti a fronte di una consumazione (che avremmo fatto comunque). Siamo in un golfo con delle pietrine, mangiamo, passeggiamo e ci rilassiamo alla grande ascoltando musica trap locale.
Arriviamo in uno dei tanti hotel economici nel centro di Delfi che è il peggior hotel del viaggio: oltre ad avere una camera minuscola (con vista sul golfo di Corinto), il bagno era difettoso … un incubo! E purtroppo avevo prenotato per due notti … La sera prima e dopo cena giriamo per Delfi, che è un paese un po’ anonimo con strade piene di pensioncine, ristorantini e negozietti per turisti. Per cena Fabio trova posto alla Taverna Vakhos, che privilegia materie prime locali e biologiche. In effetti la mia insalatona (le adoro!) con verdura, frutta, semini e salsina dolce è superlativa! Anche qui vige la regola del 60 (in tre a cena spendiamo più o meno 60€).
Giovedì 20 giugno – Delfi e il mare di Galaxidi
Dopo colazione, visitiamo il sito archeologico di Delfi che trovo veramente interessante. Qui, nei boschi del monte Parnaso i pellegrini dell’antica Grecia interrogavano la Pizia, sacerdotessa di Apollo. Per arrivare al Santuario, si sale per la via Sacra che parte dopo l’agorà romana. Ai lati dobbiamo immaginarci i tesori di tutto il mondo allora conosciuto, gli ex-voto degli abitanti di Corfù, dei Lacedemoni, degli Tebani, ecc. ecc. e anche dei Tarantini :-). Alla prima curva si trova il tesoro degli Ateniesi (col bottino di Maratona), contenuto all’interno di un tempietto dorico in marmo, i resti del Bouleuterion, la colonna ionica con la sfinge visibile al museo e altri ex-voto che portano alla seconda curva. Si arriva al maestoso Tempio di Apollo al cui interno c’era la cella sotterranea della Pizia con la pietra sacra considerata l’ombelico del mondo. In un altro ex-voto è stata rinvenuta la statua dell’Auriga conservata in una sala del vicino museo. Continuando a salire si arriva al teatro (fino a 5.000 posti) e allo stadio (che purtroppo non era visitabile).
Una volta usciti dal sito, visitiamo il Museo con sale dedicate all’Auriga, statua integra persino negli occhi, la ricostruzione dei frontoni est e ovest del Tempio di Apollo, la sfinge alata posta sulla colonna vista negli scavi, resti di statue crisoelefantine (oro e avorio), la statua delle tre danzatrici e tanti altri reperti rinvenuti nel vicino sito archeologico oltre a fotografie dell’epoca della scoperta del sito e dei primi visitatori. A circa 500 metri visitiamo anche il vicino tempio di Atena Pronaia, a pianta circolare (Tholos) e l’antica fonte Castalia che, oltre a dare un’acqua fresca e molto buona, pare che fornisca ispirazione poetica a chi la beve.
Dopo la cultura, il relax e, in particolare, cerchiamo una spiaggia nella vicina cittadina di Galaxidi. Scopriamo che la spiaggia in realtà sono delle piccole calette con ombrelloni gratuiti messi a disposizione dei visitatori. In pratica abbiamo una caletta solo per noi! In un bar vicino prendiamo insalata greca, polpette e patatine d’asporto e ci godiamo il sole e un mare cristallino prima di tornare a Delfi. Ceniamo da Elia, ristorante all’interno di Kastalia boutique hotel, ma il risultato è deludente. Un giro di shopping tra souvenir e T-shirt, Fra vede la partita dell’Italia e andiamo a dormire.
Venerdì 21 giugno – le incredibili Meteore
Dopo colazione ci dirigiamo, praticamente soli in autostrada, verso il luogo più strano da noi visitato: le Metore (traduzione: sospese in aria). Si tratta, infatti, di monasteri costruiti (chissà come) sul cucuzzolo di rocce in arenaria. Sono Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e originariamente erano 24. Adesso sono visitabili soltanto 6, ancora in funzione (abbiamo visto monaci e monache in azione al loro interno). Noi ne abbiamo visitati due il pomeriggio dell’arrivo e altri due la mattina dopo prima di tornare ad Atene. Il costo per visitarne uno è di 3€ a persona e sono chiusi un giorno a settimana, diverso per ognuno. Attenzione: le donne devono indossare una gonna lunga e larga altrimenti viene fornito una specie di foulard-pareo per coprirsi.
Abbiamo visitato (credo 🙂 il Santuario di Varlaam, Megalo Meteoro (o Gran Meteora o il Convento della Trasfigurazione), il Monastero di Santa Barbara e Agia Roussanou. Tutti si raggiungono, dopo aver parcheggiato nelle vicinanze, tramite scalinate ottenute nella roccia, ponticelli sospesi, salite e discese ma sembra più difficile dirlo che farlo. Da ognuno si gode di una vista diversa su questo assurdo panorama fatto di pinnacoli in arenaria e monasteri che sembrano sospesi nello spazio (infatti sono stati girati parecchi film a Meteore). Tutti possiedono cappelle, affreschi e musei con manoscritti, abiti, ecc. e i resti degli argani con cui far arrivare quanto necessario in cima alle rocce.
Qui ci siamo trattati bene dormendo a Kastraki in un hotel con piscina e colazione (il più caro dell’itinerario) con vista sulle Meteore e dei simpatici ragazzini rumeni con cui Francesco ha fatto amicizia. La sera siamo andati a cena all’Ambrosia nella vicina cittadina di Kalambaka dove non ci aspettavamo tanto turismo fatto da ragazzi americani (!?). E poi a dormire prima di tornare ad Atene (qui il post).
[…] Stravolti arriviamo alla locanda Bacchus, in un caseggiato vicino Olimpia, piuttosto semplice ma con una preziosa piscina con vista sulla valle. Rimaniamo tutto il pomeriggio in piscina dove Fra conoscere un altro ragazzino italiano appassionato di storia e di mitologia greca. Nella taverna Bacchus ho prenotato anche la cena che è all’altezza delle aspettative con bracioline di agnello, insalata greca e una moussaka notevole. Fabio crolla subito dal sonno, mentre io chiacchiero a bordo piscina con i genitori del ragazzino napoletano. Buonanotte! (il viaggio prosegue a Delfi e alle Meteore – qui il post) […]