Capodanno al Museo Villa Guinigi di Lucca

Chi entra in un Museo a Capodanno, entra nei Musei tutto l’anno. Questo è l’augurio che mi faccio per trascorrere il 2017 in mezzo all’arte, alla cultura e alla bellezza che ci circondano in Italia! Ho iniziato dal Museo Nazionale Villa Guinigi di Lucca, sfruttando l’ingresso gratuito della prima domenica del mese.

Museo Nazionale Villa Guinigi di Lucca

Il Museo Nazionale Villa Guinigi è il museo di Lucca e del suo territorio, con una delle più ricche e interessanti raccolte di opere  d’arte  prodotte  da  artisti operanti in città per la committenza ecclesiastica e laica. Nelle sale della Villa, che fu dimora di Paolo Guinigi, signore di Lucca dal 1400 al 1430, in stile tardo gotico, si ripercorre la storia della città: il percorso inizia dall’VIII secolo a.C. con la collezione archeologica Etrusca, Romana e Longobarda, passando per il Medioevo per arrivare al Settecento con opere in prevalenza a soggetto sacro.

Al piano terra sono davvero belli e unici i reperti delle necropoli etrusche risalenti addirittura al VII secolo a.C. con le tombe a cassetta che contenevano non solo le ceneri dei defunti ma gli oggetti preziosi a loro casi quali orecchini, spille e bronzetti votivi. Ci sono resti di iscrizioni, tombe e pavimenti di epoca romana alcuni con motivi geometrici astratti o mosaici con scene mitologiche di case private ed edifici sacri o dei Longobardi con cinture con fibule in metallo o in oro (vedi Museo di Fiesole qui).

 

Al primo piano, sono esposti reperti dell’alto Medioevo, affreschi frammentari (XI sec.) della chiesa dei Santi Giovanni e Reparata e materiali di contesti tardo antichi del territorio, con alcuni manufatti in oro dell’VIII secolo (arte orafa longobarda) tra cui i frammenti di decorazione di cintura, un pendente a forma di croce, le raffinate guarnizioni di scudo e di cintura. All’XI secolo appartengono i raffinatissimi capitelli e sculture della Chiesa di San Giorgio di Brancoli e della fabbrica della Cattedrale, tra cui il Busto di San Martino. Nella seconda metà del XII secolo emerge da protagonista lo scultore Biduino al quale si devono la Madonna in trono col Bambino e un capitello con protomi leonine. L’incontro tra cultura lombarda e lucchese caratterizza il XIII secolo con le colonne della facciata della chiesa di San Michele in Foro e del chiostro di San Giorgio realizzate dalla Taglia di Guidetto fino alla splendida Croce lignea firmata da Berlinghiero.

Arriviamo al grande salone centrale, allestito come una navata di chiesa, con affreschi, tavole dorate e sculture tra cui le raffinate figure scolpite da Giroldo da Como per San Frediano, la Vergine col Bambino di Tino di Camaino, il Sant’Antonio abate di Francesco di Valdambrino, il Cristo patiens di Deodato Orlandi, i preziosi trittici di Spinello Aretino e Angelo Puccinelli. Come un altar maggiore, fa da scenografico sfondo la grande ‘macchina’ ideata dal senese Priamo della Quercia che riesce a combinare armoniosamente architettura, pittura e scultura. Del Rinascimento fiorentino sono le terracotte della Madonna col Bambino attribuite a Donatello (o alla sua scuola).

 

Si prosegue con un’Annunciazione fiamminga e cinque bellissime ante in legno intagliato con scorsi della città di Lucca provenienti dalla sagrestia della Cattedrale di San Martino, realizzate da Cristoforo Canozzi da Lendinara e alcune opere del maggiore artista lucchese del tempo, Matteo Civitali (AnnunciazioneMadonna col Bambino, Ecce Homo, Vir dolorum) insieme a un notevole esempio di arte orafa, la Croce astile di Francesco Marti e tre pale d’altare di Michelangelo di Pietro Membrini, il massimo pittore lucchese del secolo XVI. Altre splendide tarsíe lignee (Ambrogio Pucci) e i scranni intagliati della Cappella di Palazzo degli Anziani di Lucca, con tre tele di Giorgio Vasari concludono l’esposizione del primo piano.

Si torna al piano terra con opere tanto grandi di dimensioni ma tetre come stile risalenti al periodo della Controriforma da artisti locali e non, si passa alle opere barocche di Giovanni Lanfranco, Guido Reni e dei lucchesi Paolo Biancucci, Pietro Paolini, di ispirazione caravaggesca, Girolamo Scaglia, Antonio Franchi, ritrattista ufficiale della corte medicea e di Giovan Domenico Lombardi, probabile maestro di Pompeo Batoni con l’Estasi di Santa Caterina e Il martirio di San Bartolomeo.

 

 

I Pro e i Contro del Museo Villa Guinigi

Mi sono piaciute in modo particolare: le spiegazioni dettagliate dei reperti etruschi e le opere di origine medievali oltre che i pannelli ad intarsi lignei e l’artista lucchese Cividale. Mi è piaciuta molto la location stessa, Villa Guinigi, uno dei più antichi e prestigiosi palazzi della città, ‘residenza di delizie’ di Paolo Guinigi, signore di Lucca fino al 1430 con il suo giardino e il lungo loggiato. Il palazzo, in abbandono, fu ceduto allo Stato nel 1948 che provvide al suo restauro trasformandolo nel 1968 in Museo nazionale.

Non mi sono piaciute le spiegazioni delle sale: scarse e tutte in italiano, la mancanza di auricolari o di guide per poter apprezzare meglio le opere esposte e la storia del palazzo. Lucca è diventata una città molto frequentata da stranieri e turisti che meriterebbero maggiore rispetto altrimenti poi non lamentiamoci per i pochi visitatori (nel 2015 soltanto 12.000 biglietti staccati a Palazzo Mansi e 5365 per Villa Guinigi a Lucca, -40% rispetto all’anno precedente). Per non parlare della mancanza di iniziative per bambini oltre che di percorsi ad hoc. Eppure vi è un concentrato di millenni di storia che potrebbe essere sfruttato assai meglio!

Informazioni pratiche

Il Museo Nazionale Villa Guinigi è in via della Quarquonia all’interno delle mura di Lucca

Sul sito del Mibact (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) in questa pagina trovi l’elenco delle strutture statali aperte gratuitamente la prima domenica di ogni mese in Italia.