Sara Enge corre scalza i 100km del Passatore

Ricordate Sara Enge, la barefoot runner intervistata da Lorenzo qualche tempo fa? Ci aveva anticipato che avrebbe corso i 100 km del Passatore scalza. Ebbene, ce l’ha fatta! Qui l’intervista di Lorenzo dopo quest’incredibile impresa.
Ciao Sara, quindi è tutto vero?! Hai corso i 100 Km del Passatore scalza? Come stanno i tuoi piedi?

Sì, ho corso tutti i 100 km scalza e mi dicono che sono stata la prima in tutta la storia del Passatore a farlo. I piedi stanno benissimo, nemmeno un graffio! L’asfalto tosco-romagnolo era molto bello, liscio e senza troppe buche, quindi i miei piedi hanno sofferto davvero poco.

Come ti sentivi il giorno prima della gara? Che aria si respirava a Firenze prima della partenza?

Il giorno prima della gara ho cercato di riposarmi ma alle 6:30 ero già in piedi per l’agitazione. Avevo l’appuntamento con gli altri della mia squadra Feel Free alle 11:00 quindi ho passato 4 ore sostanzialmente a fissare l’orologio, a camminare avanti e indietro nella mia stanza d’albergo e a fare e rifare le sacche per i depositi.

Prima della gara stavo bene, ero molto carica ed emozionata. A Firenze c’era una bella atmosfera rilassata, sia alle Cascine dove si ritiravano i pettorali sia in piazza Duomo. L’aria era completamente diversa da quella che si respira alla partenza di una maratona o una mezza, c’era molto meno tensione, come se non dovessimo affatto fare una gara ma solo una gita in campagna. Faceva caldo ma era sopportabile. Pochi gradi in meno e sarebbe stata la temperatura ideale per una gara. Prima della partenza abbiamo girato un po’ in piazza Duomo, salutato tutti gli amici runner, fatto un sacco di foto e pranzato al volo. Poi è arrivata l’ora di entrare in griglia.

Sara Enge 100km Passatore intervista
La 100km del Passatore raccontati dalla barefoot runner Sara Enge

Vogliamo sapere tutto del tuo Passatore! La salita, la pioggia, gli ultimi Km! 

Noi tre di Feel Free, Marina, Ercole ed io siamo partiti insieme e abbiamo corso insieme la prima parte della gara e non avendo altro obiettivo se non di goderci il viaggio e di arrivare a Faenza entro il tempo limite delle 20 ore ce la siamo presa con calma. Ci siamo fermati a ogni ristoro. Ogni tanto ci fermavamo anche solo per fare le foto e ci siamo aspettati a vicenda quando qualcuno voleva rallentare o camminare.

In gara non ho sofferto né il caldo alla partenza né la salita di Fiesole e nemmeno la salitona fino alla Colla. Direi che non ho proprio sofferto affatto anzi, sono stata quasi euforica fino a all’una-due di notte quando mi ha colpito la temutissima “crisi”. E mi ha colpito forte. All’improvviso sentivo solo una infinita stanchezza, nausea e mal di stomaco. Sono stata piuttosto male tutta la notte e non posso dire di essermi goduta “la magica notte del Passatore”. Valutavo anche di ritirarmi ma non riuscivo a trovare un motivo valido per farlo. In fondo avevo solo un po’ di mal di stomaco ed ero stufa di  correre, tutto lì. Quindi ho proseguito. Verso le 3-4 di notte correvo ancora insieme a Marina, ma mi sono accorta che lei andava molto più forte di me e che facevo fatica a seguirla. Io in realtà non volevo nemmeno più correre, solo camminare, ascoltare la musica, chiudermi nel mio mondo e commiserarmi e così le ho detto di proseguire al suo ritmo, senza di me. Con la musica nelle cuffie mi sono distratta un po’ dal mal di stomaco e il mio umore è migliorato. Camminavo piano piano e canticchiavo e dopo un’oretta sono riuscita a riprendere a correre.

Correndo senza scarpe è impossibile passare inosservati. Ho avuto un tifo e un sostegno enorme, da tutti: gli spettatori, i partecipanti, i volontari. E poi tante domande, domande in continuazione, quasi sempre le stesse: “Ma perché scalza?”, “Ma farai tutti i 100 senza scarpe?”, “Non ti fanno male i piedi?”. Ovviamente mi arrivava anche qualche commento negativo, del genere “Ma che schifo!”, ma sono cose di cui sono abituata ormai e non ci faccio più caso.

L’errore più grande che ho fatto in gara è stato quello di vestirmi troppo leggera. Quando sono arrivata al passo della Colla faceva ancora abbastanza caldo e non pioveva quindi ho deciso di non ritirare la mia giacchetta che avevo lasciato al deposito. Ho continuato a correre leggera, solo con la gonna e una maglia a maniche lunghe. Questa scelta si è rivelata sbagliatissima visto che circa 10 minuti dopo ha iniziato a piovere. Una pioggia che è durata per quasi tutta la gara. All’inizio era leggerissima e faceva quasi piacere ma verso la fine era fredda e fastidiosa.

Gli ultimi 10 km sono stati i più duri. Anche se sapevo di essere vicina all’arrivo questo fatto non mi dava forza. Facevo fatica solo a camminare. Non per via dei piedi, quelli non mi davano problemi, era più una stanchezza totale, sia fisica che mentale e che non avevo mai provato in tutta la mia vita. Per fortuna dopo il novantesimo chilometro mi è venuto incontro correndo il mio amico Andrea, un runner scalzo che era venuto da Milano a Faenza per darci sostegno. Mi ha prestato il suo K-way perché ormai tremavo dal freddo e ha corso affianco a me fino all’arrivo.

Passare sotto l’arco dell’arrivo è stato un momento magico, emozionante, quasi surreale. Ridevo e piangevo come una pazza. Subito dopo aver ricevuto la medaglia e ritirato le mie borse dal deposito mi sono accorta che stavo perdendo il treno per ritornare a Firenze e così mi sono messa a correre scalza in stazione a tutta velocità, con la medaglia al collo e con un’energia che non so da dove sia arrivata visto che fino a pochi istanti prima non c’era. Mi sarebbe piaciuto rimanere di più a Faenza per aspettare Ercole e per fare il tifo per gli altri runner ancora in gara ma ormai pioveva fortissimo ed ero congelata dalla testa ai piedi quindi ho preferito tornare subito in albergo a Firenze.

Il mio tempo finale è stato di 16 ore e 42 minuti, Marina è arrivata un quarto d’ora prima di me, ed Ercole fi ha messo circa 19 ore ma il tempo conta poco in questa gara perché è molto più di una gara, è davvero, come dicono, un viaggio!

Passatore 100km Sara Enge barefoot runner
I piedi scalzi di Sara Enge durante la 100 km del Passatore

Complimenti Sara per questa strepitosa prestazione! Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Quale sarà la tua prossima gara, in Svezia o in Italia?

Adesso che è estate è pieno di gare in Svezia. Ho già trovato due-tre maratone che mi ispirano e tra un mese ho in programma una mezza, se avrò recuperato a sufficienza.

Ma io amo l’Italia e anche se non ci vivo più ci vado molto spesso, quindi sicuramente verrò questo autunno a fare qualche maratona. Forse Parma o Pisa, o perché no a Firenze?

Allora ci si vede alla partenza della Maratona di Firenze che correrò anch’io (con le scarpe però 🙂  Sarebbe splendido incrociarsi alla partenza e percorrere un tratto insieme ma questa è un’altra (piccola) avventura che magari racconteremo a fine novembre… Grazie ancora Sara! Sei stata una scoperta davvero superpiacevole. Continua a correre come ti senti e aggiorna il tuo profilo Instagram @sspirulina con tutte le prossime avventure! 

Grazie anche a Lorenzo Lombardo per le storie che riesce a trovare e a raccontarci. Ormai tifiamo tutti per Sara!!!