Napoli Girolamini Museo Madre e Caravaggio

La nostra ultima giornata a Napoli (vedi le prima a Santa Chiara, la seconda alla Napoli Sotterranea e la terza alla Certosa di San Martino) si preannuncia altrettanto intensa delle precedenti: ho prenotato un’interessante visita guidata organizzata dall’Associazione Progetto Museo nata per valorizzare i musei del centro storico di Napoli. Occorre trovarsi alle 9.50 al Museo Filangieri nella via del Duomo (la prossima volta dobbiamo entrare al Museo del Duomo per vedere il tesoro di San Gennaro!) dove ci consegnano l’audio-ricevente per la visita guidata. La nostra guida è preparata e disponibile e ci porta alla Biblioteca Girolamini, la seconda biblioteca pubblica aperta in Italia nel 1586 per poter condividere la conoscenza con i popolani, voluta fortemente da Filippo Neri e frequentata, tra gli altri, da Giambattista Vico per l’ampiezza e ricchezza dei volumi antichi posseduti. Quello che non ha fatto il popolo in cinque secoli, sono riusciti a fare recentemente il direttore e i politici (vedi strascichi giudiziari) disperdendo – volutamente e a fini di dolo e tangenti – un patrimonio di libri antichi rarissimi. La notte camion venivano a caricare vagonate di preziosi volumi per destinarli, tra gli altri, a Dell’Utri (che ha affermato di non sapere che si trattava di volumi provenienti della biblioteca, nonostante i timbi e quando gli fu chiesto di restituire i suoi volumi, ahimè, disse di averne persi alcuni).La Chiesa stessa è pericolante e non è stato possibile vederla: siamo rimasti nel chiostro, che ha ospitato Caravaggio, quando cercava di far perdere le sue tracce, perché ricercato per omicidio e protetto a Napoli, come ricorda una maiolica speciale. Siamo passati all’affascinante chiostro dove la nostra guida ha continuato a raccontarci la scandalosa storia del direttore Marino Massimo De Caro, nominato nel 2011, che in seguito alla denuncia dello storico dell’arte Tomaso Montanari e del professor Francesco Caglioti, fu rimosso e, nel 2012, il complesso fu sequestrato ma, privato dell’archivio stesso, risulta impossibile comprendere quanti preziosi volumi sono andati dispersi per tutto il mondo, spesso con mappe e altre pagine strappate e vendute a parte, per diminuirne il valore altrimenti inestimabile. Oltre ai 240 volumi trovati in un deposito a Verona e sottratti da De Caro, già in precedenza altri 1500 volumi erano stati destinati al mercato estero (Giappone, Russia, Stati Uniti, ecc.) e si sta cercando di riportarli nella Biblioteca perché illecitamente venduti. Qui potrai approfondire questa triste storia di attualità italiana.

Entriamo nel Museo dei Girolamini (detto Quadreria) dove osserviamo, soffermandoci su alcuni dipinti, il passaggio dal tratto del Cinquecento, delicato e angelico (vedi l’Adorazione dei Magi di Andrea Sabatini da Salerno del 1513) ai toni più cupi del Seicento (l’esempio è il Battesimo di Cristo, capolavoro di Battistello Caracciolo e gli apostoli di Jusepe de Ribera), ispirati al verismo caravaggesco (unghie sporche e vene in evidenza). Importante la Fuga in Egitto di Guido Reni e, tra le sculture, delle miniature di Pietà del Sanmartino (autore del Cristo Velato).

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Usciamo dal Girolamini e arriviamo al Museo Madre di arte contemporanea, in via Settembrini 79 (paghiamo il prezzo agevolato di 6 euro per visitare entrambi i musei con l’associazione), nella mia short-list delle cose da vedere a Napoli, dove ci aspetta la curatrice della mostra “Come si forma una collezione” e, nella hall del Museo, siamo accolti dai brillanti colori fluo, bianchi e neri optical e specchi dell’affascinante installazione “Come un gioco da bambini” di Daniel Buren. Difatti Franci ne è affascinato e inizia a giocarci mettendosi nell’angolo per vedersi riflessi n-volte negli specchi o sul soffitto! Iniziamo a capire come si crea una collezione: attraverso contest diartisti (i 21 volti in gesso bianchi dei migranti, che esprimono la loro origine e le loro storie dolorose, realizzati dall’artista napoletano Christian Leperino esposti sulle scale) o su commissione, come le maioliche dalle fantasie contemporanee (lampadine, diamanti, aghi, ecc.) con fattura tradizionale di Francesco Clemente alla foto di Joseph Beuys “La rivoluzione siamo noi”. E’ solo un’infarinatura della logica con cui il Museo Madre allestisce le sue mostre e mi viene voglia di tornarci nuovamente, non appena possibile, per visitare con calma tutta la collezione e tutte le sale (e la mostra inaugurata a giugno di Mimmo Jodice).

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Dopo le due visite guidate in cui Franci riceve tanti complimenti per l’attenzione, la curiosità e il rispetto all’interno dei musei (è abituato bene: a Firenze le mostre non mancano!) ci viene offerto un aperitivo con prodotti campani doc nel vicino e affascinante Palazzo Caracciolo, trasformato in hotel. Qualche chiacchiera con i presenti e poi a Fabio, instancabile (ma Franci è già cotto) viene voglia di andare a visitare il capolavoro di Caravaggio citato in precedenza “Le Sette Opere di Misericordia” esposto nella Chiesa del Museo del Pio Monte della Misericordia (immagine presa da Wikipedia). L’opera è magnifica e, nella sua composizione, riporta una visione d’insieme e le sette opere nelle figure che circondano la Madonna col bambino e i due angeli. In particolare: Seppellire i morti, Visitare i carcerati e Dar da mangiare agli affamati, Vestire gli ignudi e Curare gli infermi, Dar da bere agli assettati e Ospitare i pellegrini. Dettagli umani, a volte macabri, sempre crudi, del geniale artista, nato a Milano ma napoletano nel modo di incarnare il bene e il male, il genio e la sregolatezza, la passione che sfocia nell’arte o nella rabbia. Affascinante! Attorno all’opera del Caravaggio, sono esposte alcune opere di artisti contemporanei a raffigurare il significato delle Sette Opere di Misericordia nel mondo contemporaneo: installazioni con video, realizzazioni in cera, fotografie, dipinti, molte legate ai bisognosi di oggi, in particolare i migranti che abbandonano guerre e carestie rischiando la pelle per sperare in un futuro migliore. Io e Fabio visitiamo, a turno perché Franci non ce la fa più, il Palazzo del Museo del Pio Monte con la Quadreria. Passando di sala in sala, di studio in studio, osserviamo mobili, paramenti e arredi sacri, lampadari e specchi d’epoca, intagli e imbottiture preziose, oro, cristallo, seta. E alla fine tante opere di artisti contemporanei sul tema della Misericordia virata nel contemporaneo, con delle libere interpretazioni del capolavoro del Caravaggio.

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Si è fatto tardi e la fame inizia a farsi sentire. Mi viene in mente di arrivare sino al Maschio Angioino a piedi (mezz’ora di scarpinata sotto il sole rovente) ma non è stata una bella idea: ci sono lavori in corso e i pochi ristoranti aperti nella zona non mi sembrano un granchè… Prendiamo la bellissima linea 1 della metropolitana napoletana per tornare nella zona del nostro Bed & Breakfast (qui l’intervista a Roberto) e ci fermiamo, leggendo le recensioni, all’Antica Pizzeria Port’Alba. Fabio mangia la sua ultima pizza napoletana, sottile e morbida al centro e spessa nel cornicione, Franci una pasta al sugo e io una caprese con mozzarella doc. Spendiamo il giusto, con concerto di un tenore di strada improvvisato (aiutooo!), riprendiamo le nostre valigie al B&B (ce la ha fatte gentilmente lasciare nella hall) e, con la metro, arriviamo in stazione per ripartire per Firenze. E nel treno il sonno profondo di Francesco dimostra che ci siamo dati da fare per visitare questa città affascinante del Sud d’Italia. Napoli, torneremo presto perchè abbiamo visto tante cose me ne abbiamo almeno altrettante ancora da vedere!

Informazioni pratiche:

  • Associazione Progetto Museo (sito web) con cui abbiamo visitato la Biblioteca dei Girolamini (sito web) in via Duomo 142 e il Museo Madre (sito web) in via Settembrini 79 aperto tutti i giorni tranne il martedì dalle 10.00 alle 19.30 e la domenica sino alle 20.00 biglietto intero 7€ e ridotto 3,50€ gratuito il lunedì.
  • Pio Monte della Misericordia (sito web) in via dei Tribunali 253 a Napoli aperto dal lunedì al sabato 9.00-18.00 e domenica 9.00-14.30 – biglietto Chiesa e Quadreria 7€ intero con varie riduzioni.
  • Pizzeria Port’Alba in via Port’Alba 18 a Napoli