Annalisa e il magico mondo dei Mandala

Ancora un’intervista a una persona speciale che si occupa di un’attivita’ speciale: i Mandala da lei seriamente studiati nella loro essenza. Con le sue risposte cercheremo anche noi di capire cosa sono, come si usano e a cosa servono i Mandala. A parte tutto, sono esteticamente bellissimi e assolutamente affascinanti a prescindere dal loro intrinseco significato. Ma partiamo con le domande e risposte ad Annalisa Ippolito, studiosa ed esperta di Mandala:

“Sono una storica dell’arte, insegnante di Storia dell’arte e ho conosciuto il mandala ai tempi dell’Università. A quell’epoca, li consideravo un’espressione dell’arte sacra orientale, molto preziosa e ricca di dettagli. Solo alla fine degli anni ’90, in un periodo particolare della mia vita, grazie all’incontro con Verena Von Loesch, ho scoperto che dietro alla raffinatezza e alla bellezza estetica, c’era molto di più. Un mondo. Cominciai con il colorarne uno e non ho più smesso. La passione, poi, mi ha portata ad approfondire i miei studi sul mandala a 360 gradi. Mi sono specializzata con Susanne Fincher nell’uso olistico del mandala per il trattamento del sé, e ho iniziato un percorso di studio con diversi artisti e monaci tibetani per la costruzione pratica e sulla filosofia del mandala tradizionale. Ancora oggi sono in un cammino di studio e scoperta.E’ un dono che ho ricevuto. E come tutti i doni importanti è bello condividerlo, per questo dal 2008 ho un sito MandalaWeb sul quale pubblico i miei testi, i mandala che creo e tutte le informazioni sui workshop e laboratori tematici che organizzo.

 

Cos’è un Mandala in poche semplici parole?

Il mandala è almeno tre cose: uno strumento, un’esperienza, un dono. Il primo nodo da sciogliere è il significato della parola mandala, è un termine di origine sanscrita, che può essere tradotto in diversi modi: cerchio o spazio sacro, oppure può indicare la comunità e un certo tipo di testo poetico-filosofico; il suo significato infine è “contenitore dell’essenza”. Ecco io partirei da questa definizione.  Contenitore significa che nel disegno del mandala si trovano un insieme di simboli geometrici, antropomorfi, naturalistici, simmetrici, le cui forme e colori rappresentano le divinità del pantheon buddista e le loro “virtù”. E’ uno strumento perché usato per la meditazione, i monaci buddisti nel loro percorso di iniziazione lo ricevono con questo scopo, veicolare la meditazione; inoltre, spesso è offerto come dono dall’allievo al maestro in segno di gratitudine per gli insegnamenti ricevuti. E poiché il mandala è la raffigurazione dell’Universo e delle forze che lo determinano, offrirlo come simbolo di riconoscenza è il più grande regalo che si possa fare.

Infine, il mandala, è un’esperienza perché coinvolge totalmente i nostri sensi, colorare o creare un mandala significa mettersi in gioco, affrontare i propri limiti, lasciarsi andare e scoprire elementi di sé e della propria anima, ma in maniera leggera. Con ciò non intendo superficiale, piuttosto immediata e non mediata dalla parola, spontanea. Insomma il mandala è uno strumento capace di metterci in relazione con la realtà in cui siamo immersi riportandoci allo stesso tempo al centro di noi stessi.

mandalaAnnalisaIppolito

A chi (grandi e/o bambini) serve un Mandala, perchè e che risultati si ottengono?

Per sintetizzare posso dire che il mandala è uno strumento utile a tutti; adulti e piccini. Agisce su ciascuno in maniera molto personale; colorare apre i canali della creatività, il che favorisce l’approccio quotidiano alla vita. Poi, colorare rilassa; la scelta di colori e forme ci permette di agire contemporaneamente con la parte destra e sinistra del cervello, per dirla in breve, e questo allena le nostre facoltà logiche e creative a lavorare insieme. “Fare” un mandala genera equilibrio e armonia tra il cuore e la mente. In altre parole genera benessere in chi lo fa e i benefici li ricevono anche le persone che sono intorno a noi. E’ una buona pratica e non necessita per questo di grandi doti artistiche, tutti possiamo colorare e creare un mandala.CreandoMandala_Workshop2012

AnnalisaIppolito_SpiegazionediUnmandala

Cosa insegni nei tuoi workshop sui Mandala?

Quando qualcuno vuole insegnarti il mandala credo che non abbia molto chiaro che cosa sia veramente! Il mandala lo si scopre piano, un passo per volta. Io, durante i workshop, accompagno nell’esperienza e nel percorso per riscoprire le proprie doti creative, spesso sopite o dimenticate di cui tutti siamo forniti, perché credo siano un grande mezzo per trovare equilibrio nel quotidiano. Durante le giornate di lavoro ci sono diversi momenti, sia teorici sia pratici. Esistono mandala in tutte le culture del mondo perché è una forma talmente antica e radicata nella tradizione dei popoli che non si può ignorare la sua storia. Il mandala ha un suo linguaggio e va conosciuto altrimenti ci troviamo in una gran confusione. Al momento girano molte immagini che sono sicuramente belle, anche valide nell’arte-terapia, ma non sono mandala. Bisognerebbe fermarsi un attimo e fare dei distinguo. Nei miei laboratori spiego queste differenze. Inoltre, durante i lavori si fa pratica, si sperimenta il mandala individuale, quello scaturito dalla fantasia per intenderci, con esercizi e tecniche pratiche che poi, una volta appresi, ciascuno può replicare nella quotidianità della propria casa.

Ci racconti qualche Mandala a te particolarmente caro spiegandoci perchè?

Questa è una domanda difficile. Tra quelli che ho creato, è  in pratica impossibile scegliere, sarebbe come chiedere a una madre qual è il suo figlio preferito. Ciascuno ha un significato e un percorso. Sono tutti parte di me, del mio essere in un preciso momento storico e mentale, difficile preferirne uno. Se proprio devo raccontarne, però, ne scelgo due: uno è quello che spedii per essere ammessa al secondo livello del Mandala Certificate Program, di Susanne Fincher. Dovetti fare un’autolettura del mio mandala con i simboli, i colori, i numeri, tutto ciò che era presente nell’immagine ed esprimere quello che sentivo, il più oggettivamente possibile, perché doveva essere valutato e, insomma, dovevo applicare il metodo su di me. Questo fu un passaggio impegnativo, duro, doloroso in certi momenti, ma alla fine capii tanto anche sulle possibilità del mandala come mezzo di conoscenza. E’ uno strumento autentico che non ci permette mai di mentire, nel bene e nel male ci mostra sempre la verità di ciò che siamo. Una grande lezione.

L’altro invece è un mandala creato per accompagnare il “kathak”, una danza hindu’, come quinta scenica durante una manifestazione culturale in Spagna, è un ricordo che mi emoziona molto ancora adesso, a distanza di anni.

Il mandala tradizionale, invece, mi è venuto incontro e l’ho ricevuto in dono anni fa. E’ lui che ha scelto me, il suo mantra mi accompagna e i suoi colori sono la luce sulla mia strada. Posso dirti che il mandala è il simbolo del tipo di vita che ambisco a vivere: in armonia e pace con il Creato e le creature che lo animano. Per questo ti ringrazio per l’opportunità che mi dai di parlare ancora una volta del mandala.

hindudance and my mandala1

Siamo noi a ringraziare Annalisa che, con il suo MandalaWeb, entra di diritto nella sezione dei blog amici di Lifeblogger. Alla prossima intervista!